AI: il convegno AIXA
Un’intervista riportata dal magazine online “Atribune” a Carlo Antonelli, ci da modo di comprendere l’importanza dell’intelligenza artificiale, in Italia e nel mondo, grazie alla sua presenza alla sesta edizione dell’AIXA: l’Artificial Intelligence Expo of Applications.
Si tratta di un convegno che si svolge ogni anno a Milano, più precisamente al MiCo, in cui vengono discussi temi che riguardano l’AI, ma anche le nuove tecnologie in generale.
Nei due giorni in cui ha avuto luogo, aziende, esperti, manager e innovatori si sono confrontati sulle possibilità di applicare concretamente l’intelligenza artificiale a contesti sociali, scientifici e culturali nel prossimo futuro.
Un ruolo di particolare rilevanza è stato assunto dall’healthcare ossia la categoria che comprende il benessere della persona, sia in campo medico sia in campo sociale.
È proprio in quest’ultimo ambito che Antonelli cita la solitudine, dal momento che, oggi, le famiglie costituite da un solo membro hanno superato quelle formate da due o più.
Una situazione che potrebbe rivelarsi particolarmente allarmante quando si ha a che fare con persone anziane. In questo caso, l’intelligenza artificiale, potrebbe essere impiegata come una sorta di “compagnia” e diventare, quindi, un sistema che svolga il compito di interagire con gli individui.
Ci si è confrontati, poi, sul tema della lettura e di quanto l’averla trasportata nei dispositivi elettronici possa aver influito sulle capacità visive o possa aver magari contribuito a trasformarle.
Il discorso è continuato, poi, con il rapporto tra la lettura e le neuroscienze cioè lo studio di come il cervello riesce a comprendere e immagazzinare le informazioni durante la lettura tra attenzione e distrazione, fino a parlare del primo magazine, di origine italiana, nato nel Metaverso : il Red-Eye.
Un altro ambito di discussione si è focalizzato sul perfezionamento dell’uso del linguaggio nelle AI, cosa che ha, da un lato, ha incrementato opportunità e potenzialità ma dall’altro anche le preoccupazioni in merito.
L’uso del linguaggio comporta un avvicinamento sempre più stretto all’intelligenza umana e questo preoccupa l’opinione pubblica. Oggi potremmo essere in grado di dare la parola alle AI e domani magari di dare loro una cosa molto simile ad una coscienza.
Ma se di questo tratta maggiormente la fantascienza, i veri problemi potrebbero essere altri. Dei rischi sull’utilizzo di intelligenze artificiali, infatti, si è discusso ampiamente nel convegno.
Nello specifico, credo che il più significativo e vicino alla nostra contemporaneità sia il problema della privacy.
In un futuro non troppo lontano, se le AI diventeranno ulteriormente intelligenti, potranno essere in grado di copiare la nostra identità tramite tutte le informazioni che ogni giorno, senza pensarci, inseriamo all’interno dei nostri profili social. Rubando la nostra voce, i nostri tratti del volto e i nostri dati potrebbe essere in condizione di compiere atti di qualunque tipo utilizzano il nostro nome.
Azioni di questo tipo potrebbero essere orchestrate da hacker o da criminali per truffare le persone sia in termini economici sia in termini di danni esistenziali.
Vi sembra fantascienza? Beh, sappiate che questa cosa è già accaduta. Varie celebrità, tra cui Kendall Jenner e Snoop Dogg, hanno venduto la propria immagine all’AI di Meta, che ha creato dei chatbot avanzati con le loro sembianze.
Che si parli molto delle opportunità delle AI è un dato di fatto ed è più che giusto voler incrementare di anno in anno le nostre conoscenze e possibilità, ma forse sarebbe anche corretto avere un chiaro ventaglio dei rischi che la tecnologia potrebbe arrecare al genere umano. Regolamentare maggiormente l’uso e le ricerche in campo di intelligenza artificiale potrebbe essere la soluzione per diminuirne i pericoli?
Staremo a vedere!