14 Luglio 2022 Sergio

Brand-serie: l’acquisto passa per il racconto video.

Perché sempre più aziende scelgono di comunicarsi con una brand-serie?

La suddivisione in puntate che caratterizza il format della serie-tv stimola la nostra curiosità, tenendoci incollati allo schermo perché amiamo scoprire cosa succede dopo.
Non è un caso che questo particolare potere attrattivo delle serie-tv sia sempre più utilizzato anche dai brand per spingere i clienti all’acquisto.

Ma non è questo l’unico motivo che porta sempre più aziende a comunicare attraverso una brand-serie.

Se c’è una cosa che la pandemia ci ha insegnato, è che non possiamo più fare a meno della nostra serie tv preferita.

Negli ultimi anni, complice l’avvento di Internet e il successo delle piattaforme streaming, su tutte Netflix,  le serie tv hanno scalato tutte le classifiche in termini di numeri e conquistato ogni frangia del pubblico a suon di “dai, solo un altro episodio e poi spengo”.

L’origine di questo enorme successo ha a che fare con un nuovo modo di concepire le serie tv, che non sono più soltanto un appuntamento legato ai ritmi ben cadenzati del palinsesto televisivo. L’era delle puntate che concedevano il lusso di distrarsi, ma senza perdere il filo della trama, è finita.

Oggi le serie tv sono dei veri e propri film su più episodi, capaci di innescare il meccanismo per cui non vediamo l’ora di leggere il capitolo successivo di un buon romanzo, o che ci fa correre al cinema quando esce il sequel di una saga che aspettavamo da anni.

Alla curiosità è impossibile resistere. Per questo l’acquisto oggi passa per il racconto video.

Quali sono i vantaggi di una brand serie a puntate per un’azienda?

  • Veicolare i valori del brand.
  • Favorire l’immedesimazione dello spettatore.
  • Ampliare il target grazie all’accessibilità e alla fruibilità del contenuto.
  • Accrescere la brand awareness puntando sulla qualità della produzione.

Un progetto video di alto livello fa leva su questi elementi per posizionare il brand, comunicando la qualità del suo lavoro e dei suoi prodotti anche quando non ne racconta direttamente la storia. Per questo è la chiave per valorizzare al massimo un’azienda e conferirle un’immagine riconoscibile, rendendola competitiva sul mercato.

L’investimento emotivo che il pubblico mette in gioco quando guarda un racconto è poi ulteriormente rafforzato dalla serialità.

La serialità prolunga la narrazione nel tempo, permettendo così al pubblico di affezionarsi alla trama, ai personaggi oltre che al marchio che sta vestendo il ruolo di cantastorie.

La ragione è molto semplice: quando una storia è ben raccontata, vorremmo non finisse mai.

Turismo a puntate: Di padre in figlia.

Secondo una ricerca condotta dall’Università Cattolica con PubItalia ’80, media e comunicazione contribuiscono per oltre il 70% allo sviluppo del settore turistico.

Un dato che invita chi lavora in questo ambito a diventare sempre più sensibile rispetto alle evoluzioni interne ai media, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione video.

Il turismo, infatti, si nutre anche di fenomeni come il film-indouced tourism, una tendenza riguardante tutti i flussi che si indirizzano verso destinazioni connesse con l’universo cinematografico, a partire dai luoghi di ripresa.

La minifiction Rai Di Padre in Figlia è un esempio lampante del fenomeno.

Girata in una location tutta veneta, la serie ha preso vita nella cittadina di Bassano del Grappa, coinvolgendo anche alcuni comuni limitrofi come Marostica e Breganze.

L’aspetto interessante è che nel corso della narrazione che segue le vicende di una famiglia di distillatori, vengono citate più volte sia Bassano, sia la sua famosissima distilleria Poli di Schiavon.

Sono stati proprio questi riferimenti espliciti a generare una virtuosa reazione a catena sul territorio. Dopo un boom di domande inerenti ai luoghi della fiction ricevute dall’ufficio IAT, nei mesi successivi alla messa in onda le attività turistiche hanno visto un’espansione sorprendente.

Non solo, Di padre in figlia ha portato nuova luce sul simbolo di Bassano, la grappa, riqualificandone la percezione da prodotto popolare a bene di qualità, grazie ad un racconto che ha saputo esaltare il valore culturale del distillato.

Infine, la visibilità della distilleria Poli ha innescato un passaparola tra le aziende della zona, che hanno potenziato la loro immagine attraverso campagne social, eventi, visite guidate dedicate alla fiction.

Un esempio di brand-serie che si è rivelata un eccezionale strumento di marketing territoriale.

La prima regola del Dinner Club

Avete visto Dinner Club su Amazon Prime Video? Noi di Officina Immagini siamo fan!

Nasce come food travelogue, come un documentario a puntate che racconta l’Italia attraverso i suoi prodotti enogastronomici d’eccellenza, per diventare subito qualcosa di più. Il pregio di Dinner Club non è soltanto quello di raccontare il turismo italiano attraverso l’amore per il cibo che contraddistingue il nostro paese, ma di sfruttare tutto un immaginario televisivo e cinematografico estremamente conosciuto, per rendere questa operazione il più accattivante possibile.

Il titolo è un richiamo diretto al film “Fight Club”, capolavoro di David Fincher, a cui è dedicato anche il cappello introduttivo che accomuna i vari episodi, nel quale Carlo Cracco recita le regole del Dinner Club: essere disposti a viaggiare con qualsiasi mezzo, muoversi sempre in coppia, mangiare tutto quello che capita con chiunque e imparare a cucinare i prodotti tipici assaggiati.

Tra gli episodi spicca la puntata sul Delta del Po, con protagonista Fabio de Luigi, che nella sua esplorazione tocca anche la regione veneta, passando dalla Riserva Bonello Bacucco, il luogo con la più alta biodiversità d’Italia, per arrivare alla Sacca di Scardovari con le sue meravigliose ostriche rosa.

Dinner Club cattura e convince, perché parla in modo autentico, mescolando nelle giuste dosi i codici espressivi del documentario e della televisione, in una formula che coinvolge lo spettatore perché lo fa sentire a casa, circondato da un gruppo di veri amici.

Nel passaggio dalla fiction al documentario, le brand-serie non perdono un briciolo del loro potere attrattivo, perché inventano modi sempre nuovi per creare un legame forte con il pubblico.

Il risultato è una narrazione che informa chi guarda sulle bellezze e sui prodotti del nostro paese, invogliandolo a partire con qualsiasi mezzo a disposizione, come detta la prima regola del Dinner Club.

A ognuno la sua serie.

Video per il web, documentari a puntate, episodi che sono veri e propri cortometraggi: ogni brand ha la sua voce e quindi anche la serie più corretta per esprimerla. Qualunque sia la storia, insieme possiamo raccontarla. Parola di Officina Immagini!

Realizzare una brand-serie significa raccontare l’identità di un marchio curando la sfera emotiva e relazionale che lo connette con il suo pubblico.

La serialità è un elemento centrale in questo senso, perché permette al cliente di imparare a conoscere e ad amare la filosofia di un’azienda, costruendo una percezione di appartenenza che va rafforzandosi puntata dopo puntata.

Una comunicazione video di qualità crea, grazie alla potenza del racconto, quel legame autentico e duraturo con il cliente che va a determinare il successo di un brand e dei suoi prodotti.

Un legame che si fonda sulla condivisione di valori, sull’immedesimazione, sull’ampliamento del target e su una brand awareness sempre più solida.

Vuoi una consulenza per realizzare la tua brand-serie?

CONTATTACI

, ,