La rivoluzione del branded entertainment
Il branded entertainment è la nuova frontiera della comunicazione per i brand che desiderano coinvolgere il proprio pubblico creando un legame di fiducia a lungo termine.
Nell’articolo esempi pratici e approfondimenti sul tema del branded entertainment.
Oggi più che mai le persone hanno la tendenza a non prestare attenzione nei confronti della pubblicità, questo per vari motivi che, soprattutto negli ultimi anni, hanno scatenato un rifiuto e una mancanza di fiducia da parte del consumatore.
Input continui e spesso aggressivi, mancanza di strategia ed etica, invasività da parte degli operatori. Questi sono solo alcuni dei motivi che hanno reso il pubblico più diffidente verso le azioni di marketing e pubblicità e, di converso, più interessato e attratto a contenuti di branded entertainment.
Di conseguenza le persone sono diventate più consapevoli delle logiche di promozione e di vendita, dei loro diritti come consumatori e delle politiche di marketing utilizzate dalle aziende.
Per questo il branded entertainment è la soluzione per riuscire a intrattenere e coinvolgere il pubblico per un certo periodo di tempo, e non solo perché l’intrattenimento “la fa da padrone” come dice il termine stesso, ma soprattutto perché l’attenzione alla qualità dei contenuti da parte dell’azienda è più coerente coi bisogni dello spettatore.
Quali sono le aziende che hanno scelto di affidare al Branded Entertainment la propria comunicazione? Eccone alcune:
- LEGO
- Burberry
- Campari
- Red Bull
- IN’s
- Mutti
- Tommasi
E qui sotto ti raccontiamo perché.
Qual è il tuo pubblico?
Un tempo la comunicazione utilizzava statistiche, dati e ricerche per identificare target e segmenti di pubblico pronti a diventare il contenitore di tutte le idee e le parole che i brand volevano versarci dentro.
Ma questo a cosa ha portato?
A una totale disaffezione e disillusione dei confronti della pubblicità.
E di conseguenza della comunicazione.
Nuove frontiere esplorative
La comunicazione oggi per essere efficace ha bisogno di professionisti che considerino le persone individui da coinvolgere e non target da colpire.
L’empatia oggi è il nuovo strumento che ci aiuta a comprendere le persone e attirarle.
Abbiamo a che fare con un pubblico sempre più complesso, composto di curiosi, di esploratori, individui predisposti al cambiamento. Non sono lineari nell’acquisto, sono meno fedeli alle marche, e hanno bisogno di distinguersi e riconoscersi.
Il mercato è fatto di persone, e le persone sono imprevedibili!
Il pubblico è sempre più informato e quindi più esigente e selettivo, è un pubblico che compra te ma anche il tuo competitor.
Cosa vuole portarsi quindi a casa il cliente di oggi quando compra un determinato prodotto?
Più che l’articolo in sé, vuole acquistare qualcosa che lo fa sentire rappresentato dal marchio a cui si affida.
Un pubblico vuole essere partner di chi produce, vuole condividere un’esperienza grazie a narrazioni coerenti che sono il mix di verità, entusiasmo e ricerca di senso.
La grande consapevolezza all’acquisto sviluppata dal consumatore negli ultimi anni, lo ha portato a ricercare un legame con i brand che non si riduce alla relazione di vendita, ma va più in profondità: oggi, per essere efficace, la comunicazione deve saper raccontare, in maniera creativa e distintiva, i valori di un’azienda.
Ecco perché il branded entertainment è la nuova frontiera del marketing!
La sfida dei pubblicitari e dei creativi quindi, è quella di creare contenuti di branded entertainment che siano occasioni di “incontro” basate su sorpresa ed emozione.
La comunicazione che racconta i valori
Il branded entertainment è una strategia di comunicazione che promuove un brand e i suoi prodotti attraverso contenuti di intrattenimento originali, il cui cuore pulsante è rappresentato dal racconto e non da un messaggio pubblicitario esplicito.
Delle vere e proprie “narrazioni a fini commerciali”!
La rivoluzione branded entertainment ha fatto sì che i brand si impegnino in prima persona anche nel ruolo di autori di queste storie, per andare oltre il prodotto, veicolando messaggi di valore e qualità mediante l’alto livello del progetto.
La comunicazione video ha un ruolo di prima importanza in questo senso, perché dà corpo ai valori di un’azienda tramite le immagini, garantendo una chiarezza e una potenza impareggiabili.
Creare una relazione con lo spettatore, oggi più che mai, significa lavorare su valori riconoscibili, condivisibili e coerenti con il proprio brand. Si tratta solo di cercare il racconto giusto per ogni azienda… Ma quali sono quelle che lo hanno già trovato?
Tommasi: l’amore per la tradizione
Tra le vie della città più romantica del Veneto, la Verona di “Romeo e Giulietta”, ha preso vita “Love in the Villa”, il film prodotto da Netflix in collaborazione con Tommasi Wine. La storica cantina della Valpolicella è doppiamente protagonista del lungometraggio, sia perché i suoi ambienti suggestivi hanno fatto da sfondo a una delle sequenze principali del film, sia perché i vini Tommasi, all’interno del racconto, sono complici della nascita della storia d’amore che lega i due personaggi principali, Julie e Charlie.
“Love in the Villa” non è soltanto una commedia romantica, ma anche un film che esprime il profondo legame fra vino e territorio, uno dei valori cardine su cui il marchio Tommasi si fonda. Accanto al sentimento che nasce fra i due protagonisti, il film di Netflix mette lo spettatore davanti ad un altro grande amore: quello che la famiglia di viticoltori nutre per le sue radici e per le tradizioni che hanno reso eccezionale il loro vino.
“Love in the Villa” permetterà a 180 milioni di utenti provenienti da tutto il mondo di conoscere un’eccellenza veneta e un tassello della sconfinata cultura enogastronomica italiana. Un film per innamorarsi dell’Italia, di Verona, ma soprattutto di un buon calice di Amarone!
IN’s: la salute sulla propria tavola
La catena di supermercati IN’s, per il suo progetto di branded entertainment, ha puntato tutto sui canali social, a partire da Youtube. La serie “Un sorriso in cucina”, condotta dall’attrice, showgirl e conduttrice italiana Alessia Mancini, è uscita sulla piattaforma di condivisione video nel corso di questa primavera, con un format di 10 puntate a metà fra l’edu-tainment e la campagna promozionale.
I video della mini-serie sono dedicati principalmente al mondo delle ricette, ma arrivano a toccare tematiche più ampie come quella della sana alimentazione. In questo modo IN’s ha l’occasione di comunicare al cliente uno dei suoi valori, l’attenzione alla salute e al benessere, sottolineando che una corretta alimentazione si costruisce a partire dalle scelte che si fanno al supermercato.
Oltre al volto della Mancini, che è anche la testimonial della catena, “Un sorriso in cucina” coinvolge altri cinque ospiti scelti per la loro affinità con l’ambito culinario e food, tra cui lo chef Roberto Valbuzzi, noto al pubblico per la sua partecipazione al programma “Cortesie per gli ospiti” su Real Time. La strategia di IN’s si basa sulla diversificazione dei contenuti in base al canale social a cui sono dedicati e attinge al mondo influencer, ma andando ben oltre il classico post sponsorizzato. Il risultato è uno storytelling coinvolgente che accoglie il pubblico in una cucina che sa di casa.
Mutti: l’innovazione diretta alla sostenibilità
“La storia di Ugo Mutti, mio prozio, vuole rendere omaggio in modo originale a valori a noi molto cari, alla base del successo della nostra azienda: la perseveranza e la sua importanza nella missione più nobile, quella dell’innovazione per offrire la massima qualità possibile”.
Con queste parole Francesco Mutti, amministratore delegato dell’azienda leader in Europa nel mercato del pomodoro, descrive l’intento che ha animato il cortometraggio “Ugo, storia di una piccola grande idea”. Il corto diretto da Stefano Lodovichi racconta una favola il cui vero protagonista è l’ingegno del giovane Ugo, che per conquistare la sua coetanea Adele decide di stupirla con una delle sue invenzioni.
Tra tutti i regali che Ugo prova a costruire, a convincere la ragazza sarà l’idea del famoso tappo a forma di ditale, ispirato proprio allo strumento da cucito, che assicura da decenni la chiusura dei tubetti di concentrato Mutti.
Lo sguardo al passato diventa così un’occasione per raccontare la spinta che il brand alimenta da sempre in direzione della ricerca e dell’innovazione, con particolare cura nei confronti della sostenibilità. Infatti, con questo pack, i tempi di conservazione del pomodoro aumentano consentendo di evitare lo spreco alimentare. Il tappo di Ugo diventa così un simbolo dello spirito del marchio, che lavora nel rispetto del pianeta senza rinunciare alla qualità.
Vantaggi del branded entertainment
Raccontare una storia per esprimere i valori del proprio brand significa far passare la spinta all’acquisto per contenuti che emozionano e sorprendono, perché parlano all’intelligenza, alla curiosità e ai desideri dell’individuo prima che ai suoi bisogni di acquirente.
Il maggiore punto di forza del branded entertainment sta quindi nel rivolgersi alle persone in quanto tali e non a persone in quanto target.
Un modo eccellente di coltivare la sfera emotiva che lega il cliente all’azienda e che ha diversi effetti positivi:
1. Costruire una relazione solida: un legame che non si riduce ad acquisti occasionali di alcuni prodotti, ma che si protrae nel tempo, perché il cliente si fida del marchio e diventa un punto di riferimento.
2. Dare al proprio brand una voce inconfondibile: il branded entertainment permette a un’azienda di raccontarsi in modo unico, creativo e intelligente, comunicando la sua identità e i suoi valori attraverso emozioni che lasceranno un segno indelebile nella memoria di chi le vive.
3. Migliorare la propria immagine: le narrazioni a fini commerciali del branded entertainment creano un senso di appartenenza capace di accrescere enormemente la reputazione del marchio, che verrà percepito come sensibile e impegnato rispetto a tematiche importanti per i suoi clienti.
4. Rispettare il pubblico di riferimento: il pubblico sente e sa di essere chiamato per Nome e Cognome, sa di essere considerato Francesco, piuttosto che Paolo o Federica. Questo lo rende cosciente nei confronti di chi ha dedicato del tempo per raccontarsi affinché lo scopo finale non sia la mera vendita, ma sia piuttosto un rapporto di fiducia e basato sulla condivisione reciproca dei valori.
Oggi, conta la qualità del prodotto, ma ancor di più quella della relazione che lega il brand ai suoi clienti. Una relazione che va nutrita con emozioni sempre nuove ed intense attraverso la potenza del racconto!