Intervista all’Avvocato Claudio Guttadauro
Come ti chiami e cosa fai nella vita?
Mi chiamo Claudio Guttadauro, sono un avvocato ed opero nell’attività di consulenza, assistenza e difesa dei diritti d’impresa, della proprietà industriale ed intellettuale (diritto d’autore/copyright), della concorrenza, della privacy, delle nuove tecnologie e negli aspetti legali della sicurezza delle informazioni (Data Protection), nonché nel diritto della comunicazione e del marketing (information & telecommunication law).
Di cosa ti occupi nello specifico? Puoi farci qualche esempio?
Prediligo e cerco di diffondere la cultura della prevenzione delle problematiche rispetto alle “azioni giudiziarie” per la tutela degli interessi dei miei assistiti.
In tale ottica supporto e assisto imprenditori e professionisti (artisti ed autori) in progetti di risk management, in consulenza strategica per lo sviluppo del business e la tutela del patrimonio industriale (marchi, brevetti, design, modelli, segni distintivi d’impresa, know-how, software, web e nuove tecnologie, quali Internet of things, Blockchain e smart contract) ed intellettuale (diritto d’autore/copyright).
In particolare opero per tutela della riservatezza delle informazioni, del segreto industriale, della privacy, nonché per la tutela dell’immagine delle persone (sia “famose” che non, come ad esempio gli influencers), delle opere dell’ingegno umano, quali le opere visive, fotografiche e cinematografiche e del format televisivo.
Sono, inoltre, appassionato di sicurezza informatica, o meglio di «sicurezza delle informazioni» e cyber security, ed ho cercato, nell’ultimo decennio, di mettere a frutto tale passione nell’ambito della professione al servizio dei miei clienti per la tutela e lo sviluppo del business.
Da alcuni anni sto studiando e approfondendo le opportunità ed i rischi dell’Intelligenza Artificiale nell’ambito dei settori di mia competenza.
Quale aspetto di questo lavoro ti appassiona di più?
La tematica del diritto d’autore è molto appassionante visto che, come affermava Isaac René Guy Le Chapellier, è “the most sacred, the most personal of the all properties”, ovvero la più sacra, la più personale di tutte le proprietà, un diritto assoluto che vale nei confronti di tutti (erga omnes), è l’esternalizzazione dell’intellettualità di una persona e, pertanto non vi è “nulla di più sacro…” si tratta dell’estrinsecazione della nostra personalità, che, per essere veramente una «opera dell’ingegno» deve essere caratterizzata dalla “CREATIVITA’”, deve essere il risultato dello “sforzo creativo dell’autore”; come affermano i cultori della materia, l’opera deve contenere un «pezzo dell’anima dell’autore».
Mi appassionano i campi di intervento in cui opero e, soprattutto, l’aspetto peculiare di operare in prevenzione dei problemi (ex ante) piuttosto che ex post.
Questo perché, per quanto mi abbia sempre appassionato la difesa in giudizio dei diritti avanti Giudici e Tribunali, anche specializzati in materia, con procedimenti che un tempo erano rapidi, negli ultimi anni – purtroppo e mio malgrado – ho maturato la convinzione che non è per nulla consigliabile percorrere la via giudiziaria, visto che, sempre più spesso, è caratterizzata da tempistiche e qualità di servizio per nulla compatibili con le esigenze dei miei Assistiti, di tutela di importanti diritti personalissimi, quale il diritto all’immagine, diritto alla privacy, segreto industriale e diritto d’autore, in un periodo storico caratterizzato dalla velocità della tecnologia che ci pervade e dalla rapidissima interconnessione globale delle reti di informazione, dei social network e dei nuovi media.
In tale tessuto storico occorre usare, a mio modesto avviso, “difese” diverse dalle mere azioni giudiziarie.
Mi riferisco alla diffusione della “cultura” ed alla “consapevolezza” del diritto, con una attenta ed adeguata analisi dei rischi relativi con azioni di prevenzione ed azioni correttive da svolgere ed aggiornare di continuo, al fine di tenere sotto controlli i rischi, anche se non è mai possibile eliminarli del tutto.
Quanto è importante per te la formazione e la condivisione delle nozioni?
La formazione è un aspetto fondamentale per affrontare e prevenire l’insorgenza dei problemi che possano condizionare i diritti dell’individuo ed il business dell’impresa.
Come ti approcci a un nuovo cliente?
Mi approccio ascoltando ed analizzando la richiesta per poi proporre la strada più semplice e meno rischiosa da seguire, per le finalità da valutare caso per caso, con una analisi “costi/benefici/tempo” di ogni singola possibile scelta, cercando di evitare di varcare le soglie dei Tribunali. Ricordo sempre ai miei clienti che “se ho ragione ed entro in Tribunale, … ho solo da perdere, anche soltanto in termini di tempi non sempre congrui per ottenere “giustizia”!”
La pandemia ha cambiato il tuo modo di lavorare?
La pandemia, per mia fortuna, non ha mutato la mia modalità di lavoro e di approccio alla professione, se non per qualche trasferta “fisica” in meno.
Come sei arrivato a conoscere Officina Immagini?
Conosco Sergio Cremasco e gli altri professionisti di Officina Immagini da quando Officina era un’idea embrionale. Con Sergio, che è soprattutto un caro amico, abbiamo condiviso confronti e sfide nei campi di passione che ci accomunano, quali la tutela dell’immagine, delle opere dell’ingegno, della creatività, del format e la cultura e diffusione della consapevolezza di “diritti e doveri” nei confronti dei soggetti che operano professionalmente in tale settore e, soprattutto, in favore di chi si sta preparando e studiando per poi intraprendere tale professione.
Hai un episodio da raccontarci?
Mi fa piacere ricordare l’ottima e gratificante esperienza di docenza alla Scuola Italiana di Design, ove Sergio si occupa di un corso specifico di video making ed ha avuto la “strana, ma brillante idea” di chiamarmi per fare alcune ore di lezione ai suoi alunni, sulle tematiche “legali” relative proprio al diritto all’immagine, al diritto d’autore ed alla privacy, con digressioni in tema di cybersecurity, allo scopo di tentare di seminare alcune pillole di consapevolezza da parte delle future nuove leve professionali che opereranno nel settore.
Avere una platea di giovani ventenni è stata una sfida non semplice (specie negli ultimi due anni con “lezione da remoto”), ma ricca di soddisfazioni inaspettate. Ho trovato giovani studenti curiosi ed interessati.
Trovi dei punti di contatto tra il tuo modo di approcciarti al lavoro e quello di Officina?
Non ho ancora accennato che nutro interesse alla “fotografia” ed alle arti visive e sono un fotografo “amatoriale”. Tale passione per l’arte e le opere visive ovviamente sono punti di contatto condivisi con Officina.
L’approccio al lavoro che ho avuto modo di vedere in Officina è senza dubbio un atteggiamento ricco di consapevolezza e cultura dell’alta qualità del servizio ed interesse specifico al risultato delle realizzazioni che, secondo la mia opinione, si caratterizzano per vere e proprie opere d’ingegno, con tratti artistici di pregio.
Apprezzo in Officina la grinta ed entusiasmo di un team di ragazzi appassionati che si approcciano ad ogni lavoro come tale realizzazione dovesse diventare una vera e propria opera d’arte.
Cosa ti auguri cambi nel tuo lavoro e cosa invece speri resti sempre così com’è?
Spero che cambi la qualità e la puntualità temporale del servizio “Giustizia” nei Tribunali e nelle Corti, specialmente nell’ambito della tutela dei diritti all’immagine, del diritto d’autore e dei diritti di Impresa.
Auspico che resti così com’è e non muti mai in me la passione per le tematiche che tratto: se continuo a svolgere una professione con passione per quello che faccio, vorrà dire che non sentirò mai la fatica dell’impegno.
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