Passato e presente del DIT
Quando si ha l’occasione di entrare in un luogo di produzione cinematografica, si viene immediatamente in contatto con tutti gli strumenti professionali che gli operatori utilizzano per svolgere il loro lavoro.
Ogni figura possiede e custodisce gelosamente le proprie attrezzature, conoscendone tutti i segreti e le modalità. Questo vale soprattutto per il DIT.
Il DIT – Digital Imaging Technician – è colui che funge da collegamento tra la produzione e la post- produzione.
I suoi compiti spaziano in diversi ambiti: insieme al direttore della fotografia, redige un workflow tecnico e si occupa del mantenimento dell’equilibrio delle immagini tramite una Color Correction sul set, per mitigare le differenze cromatiche delle ottiche, dando continuità al filmato.
Oltre a questo si occupa anche della gestione dei file e della loro conversione.
Le origini del DIT
Il termine DIT nasce grazie ad Abby Levine e Barry Minnerly, i primi a ricoprirne il ruolo e ad occuparsi della gestione di riprese cinematografiche in HD.
Questo nuovo modo di fare cinema prende piede in America nei primi anni del 2000 e approda in Italia intorno al 2010.
In origine i DIT non possedevano attrezzature proprie dal momento che i costi erano molto elevati; l’unica soluzione perciò era quella di noleggiarle. Per ogni produzione venivano noleggiati: computer, monitor e molto altro e assemblati in un carrello: il DIT Cart.
Con il passare degli anni la tecnologia HD è arrivata ad essere sempre più accessibile così i DIT iniziarono ad acquistare la maggior parte degli strumenti di cui necessitavano.
Una cosa, però, anche con il passare degli anni, non è mai cambiata: la disposizione degli strumenti nel Cart è molto personale e differente. Il lavoro di ognuno viene gestito in maniera diversa dal momento che ogni operatore ha il suo modo esclusivo di organizzare il lavoro e di rendere le sue mansioni più efficienti possibile.
Un componente aggiuntivo al DIT Cart: lo Stream Deck
Un esempio di personalizzazione che diventa scuola? Jason Naran e Ant Thornton, due DIT che al loro DIT Cart hanno aggiunto una recente tecnologia: lo Strem Deck.
Uno strumento nato per i giocatori online ma che si è velocemente diffuso anche in ambito cinematografico.
Naran e Thornton l’hanno collegato rispettivamente a due software di Pomfort: Livegrade (software per la live Color Correction) e Silverstack (un software di gestione dati).
Lo Stream Deck presenta dei pulsanti che vengono intuitivamente assegnati alle diverse funzioni dei software di Pomfort in modo da poter compiere molte azioni senza distogliere lo sguardo dallo schermo, un metodo molto efficace per migliorare il flusso di lavoro.
In particolare Ant Thornton che utilizza lo Stream Deck per la gestione dei dati, menziona come, nel momento in cui hai a che fare con dalle 3 alle 20 telecamere, diventi complicato avere il controllo dell’intera situazione. Per questo motivo, l’aiuto che gli arriva dallo strumento scaricando i file direttamente in più destinazioni riduce difficoltà del professionista.
L’importanza del DIT
Figure professionali come il DIT sono in continua evoluzione dal momento che lo è anche la tecnologia stessa. Il suo ruolo, negli anni, è diventato indispensabile per l’organizzazione e la gestione dei file anche se purtroppo sono ancora molte le produzioni che credono di poter fare a meno della sua presenza, non comprendendo l’importante risparmio di tempo e di denaro che la sua figura comporta.
Per approfondire il ruolo del DIT:
https://officinaimmagini.com/ruolo-del-dit/
https://officinaimmagini.com/4-parole-chiave-dit/
Per informazioni sul servizio DIT: https://officinaimmagini.com/servizi/dit/