La centralità del personaggio nel racconto video.

Da Ugo Fantozzi a Gianluca Vacchi: evoluzione o involuzione del personaggio?

Agosto è il tanto sospirato mese dell’anno in cui si abbandonano gli uffici, si saluta il megadirettore galattico e si fanno le valigie per partire per le vacanze fantozziane. Ma è anche il mese delle hit reggaetton, delle foto degli influencer che prendono il sole sdraiati sugli yacht e degli addominali scolpiti che invadono il feed di Instagram.

L’estate è la stagione che insegna a riconoscere i tratti distintivi di alcuni tipi umani come il tanto temuto “italiano all’estero”, oltre che il periodo dell’anno perfetto per imparare a familiarizzare con le figure che popolano l’universo della comunicazione video dei nostri giorni. Con la scusa delle vacanze, infatti, i protagonisti dell’intrattenimento danno il meglio di sé.

C’è chi non potrà concedersi troppe ferie, e dovrà accontentarsi di un breve weekend in campeggio, come l’iconico ragioniere Ugo Fantozzi.

C’è chi invece avrà molto più tempo a disposizione, e potrà godersi una lunga permanenza nel resort più esclusivo di Ibiza, come Gianluca Vacchi.

La rappresentazione dei personaggi cambia nel tempo assieme ai media e a regole della narrazione. Se Fantozzi è stato libro, cinema, tv, Gianluca Vacchi è nato e cresciuto nel mondo social. Ciò che rimane una costante, è la centralità del personaggio nel racconto video.

Ma come comunicano questi due protagonisti dell’intrattenimento?

Fantozzi: un mito italiano.

“Il mondo è fatto per la maggior parte da persone che nella vita hanno fallito. Grazie al personaggio di Fantozzi ho fatto in modo che alcuni neppure si accorgessero di essere nullità. O al limite ho fatto sì che non si sentissero soli.”

Queste le parole scelte da Paolo Villaggio per descrivere l’anima del ragioniere più amato della nazione. Ugo Fantozzi è un pezzo della mitologia italiana, un antieroe che ha insegnato al pubblico a guardare in faccia i drammi umani senza paura o vergogna.

Il suo personaggio è parte integrante della nostra cultura, a partire dal linguaggio: fantozziano, coglionazzo, vadi, venghi, alla bersagliera sono tutte espressioni di un lessico della sopravvivenza, che parla a chiunque si sia sentito almeno una volta ai piani bassi della vita.

L’azienda dove Fantozzi lavora è una raffinata rappresentazione del potere, che fissa l’attenzione sugli aspetti ridicoli del mondo del lavoro, togliendogli quell’aura sacrale che gli è stata da sempre riservata. Fantozzi, a differenza di Gianluca Vacchi, lavora sempre ed è proprio attraverso la sua costante presenza alla scrivania che riesce a raccontare l’arrivismo e la vanità che annientano la collaborazione fra persone.

Lo stesso vale per la famiglia, che viene sottoposta a un’acuta critica sociale. Fantozzi non vede la figlia Mariangela come la più bella del mondo, ma continua a scambiarla per una scimmia, spaventandosi terribilmente ogni volta che la vede. Una reazione che farebbe rabbrividire Vacchi, sempre impegnato a coccolare e baciare la sua adorata bimba.

Con Fantozzi la risata è sempre amara, contaminata da un profondo attacco verso ciò che Gianluca Vacchi invece promuove: il modello del successo ad ogni costo.

Ad esso, il ragioniere genovese oppone il racconto di una mediocrità che ci rende tutti colpevoli, che ci ricorda di quella volta in cui potevamo evitare lo sgarro fatto al nostro collega antipatico.

Ugo Fantozzi è un personaggio a tutto tondo, che non vuole fare la morale a nessuno, ma si esprime con la voce dei deboli. Un inno alla fragilità umana, che affronta quei limiti in cui tutti possiamo riconoscerci, ridendoci su. Alla fine, bisogna pur ammetterlo, “La Corazzata Potemkin” non l’ha davvero capita nessuno.

Gianluca Vacchi: quando l’influencer fa arrabbiare.

Gianluca Vacchi ha reso il suo personaggio sinonimo di scalpore, trasformando le polemiche che accompagnano l’esibizione di una vita da superstar nel motore di una validissima strategia di social marketing. Ricco, palestrato e particolarmente attento all’abbronzatura, l’imprenditore bolognese ha saputo creare un business tutto incentrato sulla sua immagine. Vacchi è infatti l’indiscusso re di Instagram, dove posta regolarmente video delle sue performances danzanti, registrando fra i 3 e i 4 milioni di visualizzazioni a post. Roba da record.

Il suo intrattenimento fondato sull’ostentazione del lusso non si ferma ai social network, ma funziona anche fuori, perché Vacchi è un maestro dello storytelling. Infatti, oltre ad aver prodotto diverse canzoni, l’influencer è il protagonista del docufilm “Mucho Mas” di Amazon Prime Video.

Questo modo di fare da cummenda, dunque, non solleva soltanto critiche feroci nel nome del buon gusto, ma anche una forte ammirazione.

Gianluca Vacchi attrae il pubblico perché vive nel regno dell’effimero, un mondo dove un cinquantenne può permettersi di ballare semi nudo in mezzo a ragazze bellissime (altro che la Pina di Fantozzi!) anche fino a risultare ridicolo.

Il suo personaggio sdogana definitivamente il sogno di una vita all’insegna del piacere immediato, fatta di eterna bellezza, muscoli tonici e outfit alla moda. Niente a che vedere con i pantaloni ascellari che Fantozzi indossa ogni mattina, per prepararsi a una nuova faticosa giornata.

La comunicazione di Vacchi lo rende un personaggio che ha successo nei video online perché crea uno scenario che realizza gran parte delle aspirazioni dell’uomo comune. La sua filosofia racchiusa nello slogan #enjoy, incita i follower a vivere con leggerezza, senza fermarsi a pensare, offrendo una sorta di evasione dalle preoccupazioni quotidiane.

Così facendo l’influencer ha dato vita ad un fenomeno sociale interessante, che è specchio dell’attualità, e trasforma la rappresentazione del vuoto e della superficialità in una strategia comunicativa vincente.

Costruire un personaggio.

Che si tratti di un film d’autore o di una campagna sui social network, uno degli elementi che danno credibilità alla narrazione è proprio quello della costruzione del personaggio.

I protagonisti delle storie che amiamo si fanno ricordare a prescindere dalla trama, diventano parte di un immaginario che oltrepassa la cornice del racconto e influenza la nostra cultura, la nostra sensibilità e la capacità critica che sviluppiamo nei confronti del mondo che ci circonda.

Costruire un personaggio efficace è importante per:

  • Favorire l’immedesimazione dello spettatore, che si emoziona e si affeziona perché si sente, o vorrebbe diventare, come i suoi personaggi preferiti.

  • Creare un rapporto di comunicazione diretto con chi guarda.

  • Andare oltre la narrazione, per coinvolgere il pubblico in esperienze inerenti all’acquisto di prodotti, sensibilizzazione nei confronti di determinate tematiche, propaganda politica, promozione di iniziative esterne al contesto del racconto.

Un personaggio ben costumato crea una connessione emotiva tanto potente con il suo pubblico, da far funzionare questo legame anche fuori dalla storia.

Ne sono una testimonianza i grandi protagonisti del cinema, che da sempre ci spingono a riflettere sul contesto socio-culturale in cui viviamo. Ma lo sono anche gli influencer, che seguendo altre modalità comunicative, stanno diventando sempre più un punto di riferimento che non si limita soltanto al marketing e alla pubblicizzazione dei brand.

Si parte! Ma in yacht con Vacchi o sulla Seicento di Fantozzi?

Da una parte le vacanze in yacht di Gianluca Vacchi e la sua vuota celebrazione della ricchezza, dall’altra la Fiat Seicento di Fantozzi carica di bagagli. Ma non soltanto quelli preparati per le vacanze: bagagli culturali, linguistici, sociali e politici che hanno fatto la storia dell’Italia.

In Officina Immagini ci sentiamo decisamente più vicini a Fantozzi, e siamo pronti per partire per le vacanze con le auto belle piene!

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