19 Ottobre 2022 Irene

“Tutto nasce da un’emozione improvvisa, irrazionale e profonda”

Gianni Zanasi, regista di War – la guerra desiderata

Uscirà il 10 novembre nei cinema War, la guerra desiderata il nuovo film di Gianni Zanasi.
Il film è stato presentato il 17 ottobre al Festival del Cinema di Roma, e noi di Officina Immagini, insieme alla troupe, al cast e al pubblico che gremiva l’auditorium, abbiamo raccolto tutti gli applausi e l’emozione della Prima.

Gianni Zanasi è regista e sceneggiatore già acclamato per lungometraggi come Troppa grazia, La felicità è un sistema complesso, Non pensarci, Fuori di me, A domani.

Con War – la guerra desiderata, Gianni Zanasi si è spinto avanti.
Una war-comedy che, fin dal suo concepimento, la primavera del 2019, contiene, quasi profeticamente, l’espressione dei giorni nostri. Un lavoro che lascia aperti molti interrogativi e fa emergere, con vivida luminosità, i paradossi più cupi del mondo moderno.

“War – La guerra desiderata racconta l’avvicinarsi di una folle guerra europea. Il film è stato scritto nella primavera del 2019. Nella primavera del 2022, mentre eravamo al montaggio, la Russia ha invaso l’Ucraina. Un mio amico mi ha scritto “Tu sei un veggente”. Io gli ho risposto “No, io non prevedo il futuro, è il futuro che sta andando all’indietro”. La penso davvero così. E mi auguro, nell’orrore di quello che sta succedendo, che il cinema possa ancora una volta rimettere il futuro dove è giusto che stia. Dopo il presente.”

Abbiamo avuto il piacere di parlare del film direttamente con Gianni Zanasi, il suo geniale, visionario, introspettivo e forse profetico, regista.

1. Com’è nata la tua passione per il cinema e quando hai capito che “il regista” sarebbe diventata la tua professione?

Sinceramente non lo so.
L’unica cosa che posso dire è che in una certa zona della mia vita, di notte, mentre tutti dormivano, guardavo di nascosto a volume basso le partite dei Lakers dell’Nba in tv e poi rimanevo ipnotizzato da un documentario sulle nature morte di Cezanne.
Non so perché. Poi sempre a volume basso di nascosto ho visto Duel di Spielberg che non sapevo neanche chi era.

Poi, credo senza accorgermene, ho creduto sempre meno a quello che vedevo di giorno. E sempre più a quello che vedevo di nascosto di notte.

2. Cosa significa essere un regista nel 2022?

Giuro non saprei. Forse più o meno come fare il dentista nel 1998. 

3. Cosa ti ha spinto, tre anni fa, in tempi non sospetti, a scrivere una storia come quella di War – la guerra desiderata?

Un’emozione improvvisa irrazionale e profonda che non ero in grado di spiegare a parole.

4. Come ti approcci allo sviluppo di un film?

Ahahahahh semplice: cerco di evitare il più possibile i danni!   

5. Cosa hai chiesto al team creativo, e quali sono state le scelte che avete fatto, per valorizzare la storia?

È il film che comanda e come un bambino ha bisogno del meglio per crescere. E quindi di persone speciali, profondamente appassionate, di talento e disposte a lasciare il proprio ego a casa per servire il film.
A cominciare da me ovviamente.

6. Quali sono state le difficoltà più grandi che hai incontrato nella realizzazione di War – la guerra desiderata?

Il film chiedeva un mix davvero insolito tra immaginazione e credibilità realistica. Tra follia e ragione. Gli opposti. In un contesto molto ampio: Roma deserta, la percezione credibile di una guerra che si avvicina oggi qui. Con un budget.

7. Alla luce degli eventi a cui stiamo assistendo, la narrazione di “War – la guerra desiderata” si è rivelata per molti versi profetica, cosa vorresti che trasmettesse al pubblico?

Un’ emozione improvvisa, irrazionale e profonda che non sei in grado di spiegare a parole.
E un impulso assurdo alla vita con tutto quello che di contraddittorio significa.

Scopri il punto di vista degli altri professionisti di War – la guerra desiderata:

Michele D’Attanasio – Direttore della Fotografia
Massimo Cipollina – Supervisore effetti visivi
Sergio Cremasco – Colorist

,