19 Ottobre 2022 Irene

“Trovare il credibile nell’incredibile attraverso l’estetica”

Michele D’Attanasio, DOP di War – la guerra desiderata

War, la guerra desiderata presentato al Festival del Cinema di Roma il 17 ottobre, è stato accolto positivamente dal pubblico e dalla critica.
“Cosa succederebbe se scoppiasse una guerra?”. E’ questa la genesi del lungometraggio di Gianni Zanasi.
Un film che non solo contiene le contraddizioni del mondo moderno, ma che apre la strada a scoprire le emozioni più viscerali e represse del genere umano.

Michele D’Attanasio è il Direttore della Fotografia di War – la guerra desiderata. Tra i suoi lavori ricordiamo Ti mangio il cuore, Freaks Out, che gli è valso il secondo David di Donatello dopo quello ottenuto per Veloce come il vento del 2017; ha inoltre curato la fotografia per L’Ombra di Caravaggio di Michele Placido, anche quest’ultimo presentato al Festival del Cinema di Roma.

In questa intervista Michele D’Attanasio ci parla approfonditamente della sua ultima collaborazione con Gianni Zanasi in War – la guerra desiderata.

1. Come hai conosciuto il regista Gianni Zanasi, e com’è nata la vostra collaborazione per War – la guerra desiderata?

Ho conosciuto Gianni Zanasi tramite Rita Rognoni. La prima volta fu molti anni fa,  nel 97 – 98, quando io facevo il montatore a Bologna e Rita era la montatrice di Gianni Zanasi, facemmo alcuni cortometraggi montati da lei nei quali io ero il uso assistente. Questo fu il primissimo incontro. 

Recentemente ho incontrato Rita sul set di Caravaggio (ndr L’Ombra di Caravaggio di Michele Placido di cui Rita Rognoni è produttrice esecutiva), mi ha parlato del film di Gianni e mi sono rivisto con lui dopo tantissimi anni: posso dire che questo è stato il nostro primo vero incontro. Con Gianni c’è stato fin da subito un feeling intellettuale. 

2. Che atmosfera si doveva respirare nel film?

Il film è stato scritto quando all’epoca, fortunatamente, non c’era nessuna idea di guerra nell’aria, come purtroppo poi è successo: il conflitto tra Russia e Ucraina.
L’atmosfera che si doveva respirare nel film era qualcosa di estremamente realistico, qualcosa di estremamente vero.

Doveva risultare tutto credibile. Per rendere verosimile dei pick-up con dei guerriglieri sul lungotevere di Roma bisognava trovare un appeal, qualcosa che fosse realistico ma che avesse anche una propria estetica, perché il rischio era quello di scivolare in una “carnevalata”.

3. Quali sono state le scelte fotografiche per realizzare questo tipo di estetica per War – la guerra desiderata?

Per trovare il look giusto c’è stato un grande lavoro di ricerca e test. Perché tutto doveva avere una credibilità ma con una propria identità.
Con Gianni abbiamo testato almeno una quindicina di lenti: dalle sferiche alle anamorfiche, dalle lenti nuove a quelle vintage.
Gianni voleva qualcosa che facesse fare “wow!”

Gianni Zanasi non è un regista tecnico, ha un approccio molto carnale e istintivo. Lui ti dice quale deve essere il risultato, sta a te trovare la strada per realizzarlo.
Assieme a lui e al Colorist Sergio Cremasco, abbiamo lavorato in simbiosi perfetta.

4. Quali sono state le difficoltà più grandi che hai incontrato nella realizzazione di questo film?

Le difficoltà più grandi sono legate all’atmosfera.
Dovendo rendere tutto credibile, reale e verosimile, abbiamo lavorato tantissimo con le lenti, come accennato prima.

Vi racconto un aneddoto sul test delle lenti.
La macchina da presa prescelta era un’Alexa Arri, ma per puro caso ci troviamo a girare dei provini con una Sony Venice perchè la Alexa non era disponibile. Ed è lì che Sergio ed io ci accorgiamo del connubio perfetto tra la Venice e le lenti Kowa anamorfiche!

A questo punto succede l’incredibile: il film sboccia, libera la sua identità perché abbiamo trovato la sua estetica.

5. Di quale aspetto, di questo progetto, sei più orgoglioso?

Non esiste un singolo aspetto. Sei orgoglioso quando un film funziona e funziona anche rispetto all’approccio estetico, e a quello che il regista ha con tutti i suoi collaboratori.

Sono contento e orgoglioso di avere ricreato l’immaginario che aveva in mente Gianni Zanasi, un immaginario irreale ma che aveva già dentro di sé qualcosa di molto vicino a noi. La cosa più bella è aver trovato quella realtà prima della sua manifestazione, è stato qualcosa di inverosimile quanto stupefacente”.

6. Guardando alla situazione attuale, cosa pensi possa trasmettere questo film allo spettatore?

Il lungometraggio trasmette allo spettatore inquietudine.
Rivela le dinamiche dell’animo umano di fronte a sofferenza e tragedia, mostrandoci come può essere facile essere manipolati.

Scopri il punto di vista degli altri professionisti di War – la guerra desiderata:

Gianni Zanasi – Regista
Massimo Cipollina – Supervisore effetti visivi
Sergio Cremasco – Colorist

, ,