Siamo nel 1993 e Massimo Cipollina si lascia completamente ammaliare dalle creature digitali realizzate in computer grafica di Jurassic Park. La sua storia d’amore con gli effetti visivi inizia qui!
Ha firmato i VFX di opere magistrali come Lacci, Esterno Notte, Pinocchio…
Massimo Cipollina è un fuoriclasse ed è il supervisore agli effetti visivi di War – la guerra desiderata, l’ultimo film di Gianni Zanasi presentato al Festival del Cinema di Roma, e noi lo abbiamo intervistato!
1. Di che cosa ti occupi?
Sono un supervisore agli effetti visivi.
Non lo sono sempre stato, ma lo sono diventato dopo anni di duro lavoro davanti a un monitor, distruggendo palazzi, animando animali, macchine, aerei, simulando esplosioni e fiumi d’acqua in 3D, concretizzando così le idee di registi più o meno esperti di effetti visivi e dopo aver lavorato a più di 100 tra film e serie tv.
2. Come hai iniziato a fare questo lavoro?
Non ho iniziato per caso; la “folgorazione” è arrivata con Jurassic Park e con le sue creature digitali realizzate in computer grafica. Parliamo del 1993, di workstation Silicon Graphics, di software come Softimage 3D.
Ho iniziato così, salendo su un treno per Milano con un paio di amici, verso, credo, il primo e unico corso all’epoca in Italia di Computer grafica 3D su Softimage.
All’inizio della mia carriera c’era poca richiesta di operatori Softimage 3D; delle costose workstations e di questi software in Italia ce ne erano pochissimi all’epoca, soprattutto a Roma, una o due per studio e gli studi si contavano sulle dita di una mano.
Così si bussava alle porte, si portava il curriculum a mano e, se avevano già un operatore, si chiedeva di potersi sedere a fianco per vedere come lavorava oppure, finita la giornata lavorativa, se era possibile restare ad usare la “macchina” per fare pratica.
Immediatamente dopo quel periodo, ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare in una post-produzione all’interno degli studi di Cinecittà, all’epoca in grande fermento, dove avevano ampiamente scommesso sulle nuove tecnologie applicate all’audiovisivo, con attrezzature tanto moderne quanto complesse da utilizzare, e per questo le mie competenze acquisite su Softimage hanno permesso il mio ingresso in questo mondo.
Da quel giorno di acqua ne è passata sotto i ponti e molte altre sono state le esperienze professionali fatte: Roma, Milano passando per Londra, dove ho lavorato all’interno di due delle più grandi post-produzioni presenti, fino ad arrivare alla Lightcut Film dove tuttora ricopro il ruolo di supervisore.
3. Qual è esattamente il lavoro di un supervisore degli effetti visivi?
Nel mio caso il ruolo di supervisore vive di tre momenti ben distinti.
PRIMA PARTE
La prima parte inizia quando il/la regista mi sottopone la sceneggiatura. Una volta letta ci si confronta sugli effetti più complessi da realizzare, si decide come organizzarli sul set e di quali accorgimenti prendere durante le riprese.
Si supporta la produzione cercando di contenere i costi o scegliendo strade alternative che migliorino la resa del vfx e abbiano un minor impatto sui tempi di ripresa e di gestione del set.
Si dialoga con i reparti di scenografia, costumi, trucco per pianificare eventuali interventi incrociati con i vfx.
SECONDA PARTE
La seconda parte è quella delle riprese. Il supervisore deve essere presente sul set per acquisire tutte le informazioni tecniche che verranno utilizzate poi in fase di post-produzione e per verificare che la ripresa sia fatta in maniera corretta al fine di realizzare al meglio l’effetto visivo. In questa fase la figura di riferimento diventa il direttore della fotografia: una figura determinante con cui si approccia in maniera operativa la fase di ripresa dei vfx, condividendo modalità, necessità e soluzioni da adottare.
TERZA PARTE
La terza fase è la post-produzione. Una volta avviata, coordino e controllo la realizzazione dei vfx. Trasmetto tutte le informazioni acquisite sul set a chi realizza gli effetti e verifico che tecnicamente e artisticamente si vada nella direzione richiesta dal regista.
Rimango la figura di contatto con regia fino al completamento del lavoro, presentando gli effetti e discutendo di eventuali cambiamenti da adottare.
4. Come hai gestito i molti effetti visivi diversi presenti in War – la guerra desiderata?
War è il terzo film di Gianni Zanasi dove ho seguito i vfx.
Dei tre è stato sicuramente il più complesso e ricco di effetti visivi ed è quello in cui Gianni mi ha dato più fiducia vista anche la complessità di ciò che andava realizzato. Abbiamo lavorato molto in pre-produzione, ma con richieste molto precise perché Gianni aveva già chiaro dove voler arrivare.
Questo ha fatto sì che ogni singolo effetto sia stato studiato prima di iniziare le riprese evitando di trovarci di fronte a problemi inaspettati.
Tanti sopralluoghi e tanto scouting per scegliere le locations più adatte all’inserimento degli effetti, secondo la visione di Gianni.
Tanti test e tante pre-visualizzazioni realizzate su riprese fatte ancor prima di iniziare il film.
Le riprese, in formato anamorfico e quasi sempre su steadycam, non ci hanno reso il lavoro facile. Abbiamo lavorato con un team di 30 persone, tra artisti 3D e compositors, per realizzare i 155 tagli vfx presenti nel film.
5. Quali sono stati gli effetti visivi più complessi da realizzare in War – la guerra desiderata?
Gli effetti complessi sono stati fondamentalmente tre.
Nel primo è stato necessario ricostruire una sala d’attesa dell’aeroporto di Fiumicino, dove attraverso una vetrata era possibile vedere le piste dell’aeroporto piene di velivoli militari statici e in volo, tutto sempre realizzato in computer grafica. Non era possibile girare in una vera sala d’imbarco con vista sull’esterno, perciò abbiamo girato in un altro ambiente dell’aeroporto, predisponendo un blueback sostituito poi dalla completa ricostruzione fatta in cgi.
Nel secondo intervento abbiamo inserito tende, mezzi militari ed elicotteri, tutti realizzati in cgi, sul prato dello Stadio dei Marmi e aggiunto una folla di persone moltiplicando vari gruppi di comparse girate su blueback.
Il terzo effetto è stato la realizzazione del decollo di un caccia Eurofighter Typhoon, ripreso direttamente dal centro della pista. Anche in questo caso il velivolo è stato realizzato in computer grafica 3D.
E poi ancora macchine in fiamme, passaggi di aerei a bassa quota, autoblindo ed elicotteri in volo.
Scopri il punto di vista degli altri professionisti di War – la guerra desiderata: