Il vino e gli alcolici nella video comunicazione
Le possibili restrizioni della UE e dell’OMS nei confronti del marketing di vino e alcolici stanno spingendo molti esperti della comunicazione a ripensare le loro strategie.
Esaltarne i valori culturali e sociali è l’obiettivo.
Il vino da Oscar
La stanza che apriamo quando portiamo la bottiglia alle nostre labbra è interessante.
La stanza dell’incontrollato è quella in cui le persone si innamorano, vengono ispirate, da dove arrivano le idee.
Lo dice Thomas Vinterberg, il regista di Un altro giro (2020), film che porta avanti una teoria semplice quanto provocatoria: l’alcool può aiutarci ad allentare un po’ il controllo sulle nostre vite. Vite controllate dalle app che ci dicono quanti passi facciamo, quanto peso perdiamo, dove siamo stati la scorsa settimana e dove saremo l’anno prossimo.
Il film ha vinto un sacco di premi, tra cui l’Oscar per il Miglior film internazionale, e allo stesso tempo ha ricevuto molte critiche per via della sua sfida al politically correct. Eppure forse oggi di critiche ne avrebbe ricevute di più, magari dalle organizzazioni internazionali.
Il mondo contro il marketing digitale
A settembre 2022 l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unione Europea, preoccupate per i rischi che può avere l’alcool sulla nostra salute, hanno approvato un Piano d’Azione che prevede la diminuzione del suo consumo del 10%, da qui al 2025.
Oltre all’aggiunta di nuove tasse e al tentativo di chiarire meglio i possibili danni dell’alcool sulla salute, nel piano vengono proposte delle regolamentazioni al digital marketing legato al beverage.
A preoccupare l’OMS e l’UE sono in particolare i giovani: da un lato perché, passando tanto tempo online, sono i più esposti al marketing digitale; dall’altro perché il loro corpo metabolizza l’alcool in modo diverso dagli adulti.
Bisogna quindi rendere i consumatori – i teen ma non solo – consapevoli dei rischi sulla salute che le bevande alcoliche possono comportare.
Va dimostrato che c’è l’alcool cattivo e quello buono, l’ubriacatura e la degustazione, il bere per dimenticare e quello per ricordare. Soprattutto, che l’alcool costituisce un valore sociale e culturale.
Ma chi dovrebbe prendersi queste responsabilità?
Di sicuro le aziende produttrici di bevande alcoliche, e il marketing.
Vino e alcolici sono (anche) cultura
Sempre più aziende si sono prese la responsabilità di dimostrare che l’alcool può essere e fare cultura. Tuttavia, per aggirare le restrizioni sul marketing digitale, alcune di queste hanno deciso di adottare strategie alternative.
Facciamo giusto tre esempi. Uno, la Galleria Campari: una galleria d’arte a Sesto San Giovanni (Milano) che racconta la storia del brand attraverso l’arte, il cinema, la tv e non solo. Due, i Bacardi tour nella distilleria di rum di Puerto Rico, in cui il brand offre visite guidate, degustazioni e lezioni di mixology. Tre, la Corona Isle: un’intera isola che il brand rende accessibile al pubblico per veicolare i concetti di eco-turismo e sostenibilità.
Oggi è ormai diffusa la consapevolezza per cui un brand ottiene la fiducia del pubblico se ne condivide i valori. L’azienda deve prendersi la responsabilità delle problematiche del pianeta e rendersi parte attiva del cambiamento sociale, ambientale, culturale. Tanta roba, insomma.
Non c’è niente di meglio di un video
Se un branded content o un product placement non digitale può essere un modo per evitare le possibili restrizioni dell’Europa e dell’OMS, c’è anche da dire che niente è potente quanto il video.
In Officina Immagini crediamo fermamente che il mezzo audiovisivo – che sia una pubblicità tradizionale o un branded content – è il più efficace per comunicare i valori di un’azienda, anche per quanto riguarda il video-marketing per il settore food e beverage.
Per la Cantina Rotari, punta di diamante del gruppo Mezzacorona, abbiamo ad esempio realizzato un video dal linguaggio cinematografico, che racconta il territorio facendo leva sulle emozioni.
Linguaggio cinematografico, Territorio ed emozioni sono tre elementi fondamentali per Officina Immagini.
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Il video può essere visto in contemporanea in ogni parte del mondo, un’infinità di volte.
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Può suscitare emozioni attraverso la narrazione che gli è propria, portata avanti da protagonisti selezionati ad hoc.
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Può evocare le più diverse atmosfere, dalla quella più paurosa a quella più edificante.
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Attraverso il potere delle immagini e dei suoni può dare la sensazione di ognuno dei cinque sensi.
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Può fotografare il presente, andare indietro nel passato e proiettarsi verso il futuro.
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Può rappresentare la realtà o riprodurre la più bizzarra delle fantasie.